Simulazione di malattia del dipendente: cosa rischia il lavoratore?

La simulazione di malattia del dipendente, nell’ambito lavorativo, si riferisce al comportamento di un lavoratore che, dichiarando di essere malato, simula una malattia per restare assente dal lavoro. Questo comportamento è finalizzato a dedicarsi ad attività ludico-ricreative o ad altri impieghi. Viola i doveri fondamentali del rapporto di lavoro, inclusi la fedeltà, la diligenza nell’esecuzione delle proprie obbligazioni e i principi di buona fede e correttezza (Cass. 12.4.1985, n. 2434; Cass. 2.11.1995, n. 11355; Cass. 6.10.2005, n. 19414).

Se il datore di lavoro accerta che un dipendente è assente per malattia simulata, può procedere con il licenziamento per giusta causa. Questo perché l’inadempimento del lavoratore è talmente grave da compromettere irrimediabilmente il rapporto di fiducia con l’azienda. La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 13980/2020, ha precisato che “recarsi al mare o in vacanza durante il periodo di malattia è sufficiente a far scattare il licenziamento per giusta causa senza preavviso”.

Gli strumenti del datore di lavoro per verificare la malattia simulata

  1. Visita fiscale: Gli accertamenti sanitari da parte del medico fiscale possono essere disposti nelle fasce di reperibilità, sette giorni su sette, compresa la domenica e i festivi. Il datore di lavoro può richiedere questi accertamenti, sostenendo le relative spese (€41,67 nei giorni feriali e €52,82 nei festivi), per verificare lo stato di malattia del lavoratore. Se il lavoratore non è reperibile al momento della visita fiscale, avrà dieci giorni di tempo per giustificare l’assenza. Durante questo tempo, c’è la possibilità di fornire scuse plausibili per la non reperibilità. Questo strumento può rivelare una malattia simulata.
  2. Investigatore privato: Un investigatore privato può condurre un’indagine per raccogliere prove oggettive, come filmati e fotografie, sul reale stato di salute del lavoratore. L’investigazione non si limita all’osservazione nelle fasce di reperibilità. Può estendersi a intere giornate per rilevare comportamenti illeciti. La Corte di Cassazione ha confermato la validità e la liceità di tali indagini. Ha stabilito che gli accertamenti sanitari possano essere contestati anche sulla base di prove non derivanti da un accertamento sanitario diretto. In base alle risultanze dell’investigatore, il licenziamento per giusta causa può essere convalidato. La Cassazione ha affermato che “gli accertamenti di carattere sanitario possono essere contestati anche valorizzando ogni circostanza di fatto” (Cassazione Sezione Lavoro n. 17113 del 16 agosto 2016).

Attività sanzionabili in caso di malattia simulata

  1. Comportamenti incompatibili con la guarigione: L’osservazione diretta da parte dell’investigatore è fondamentale per identificare attività che compromettano la pronta guarigione. Tali attività includono lavorare o partecipare ad attività fisiche non consone allo stato di malattia certificato. La Corte di Cassazione ha confermato che le agenzie investigative incaricate dal datore di lavoro possono raccogliere prove. Queste servono per verificare l’attendibilità della certificazione medica inviata dal lavoratore.
  2. Vigilanza e invasione dell’attività lavorativa: L’investigatore privato non deve interferire nell’attività lavorativa vera e propria, che è di competenza esclusiva del datore di lavoro e dei suoi collaboratori. Tuttavia, l’intervento dell’investigatore è giustificato quando ci sono sospetti di illeciti in corso, anche se non è ancora stato commesso un illecito. La Cassazione, con sentenza n. 3590 del 2011, ha ribadito che l’investigatore è legittimato a raccogliere informazioni in caso di sospetto di malattia simulata.
  3. Assenza durante le fasce di reperibilità: Anche in questo caso, l’osservazione diretta è cruciale per verificare la presenza del lavoratore nel domicilio dichiarato al momento della visita medica. La Corte di Cassazione, con la sentenza del 2 dicembre 2016 n. 24681, ha sottolineato che la reperibilità nel domicilio durante le ore stabilite è un obbligo per il lavoratore. Il datore di lavoro non può essere sanzionato senza che il lavoratore fornisca una giustificazione valida per la non osservanza di tale obbligo.

Esperienza della Click Intelligence Solution nella gestione di casi di malattia simulata

La Click Intelligence Solution ha trattato numerosi casi di malattia simulata, risolvendo con successo le indagini grazie a prove oggettive raccolte nei report investigativi. La nostra esperienza ci consente di offrire soluzioni concrete per dimostrare l’insussistenza di una malattia e salvaguardare i diritti del datore di lavoro.

Dott. Enrico Barisone